Carne equina, animalisti in campo: «Tutelare i cavalli come animali di affezione» Una proposta di legge sarà presentata da Michela Vittoria Brambilla il primo giorno di attività del nuovo Parlamento

23.06.2013 16:49

Subito la richiesta ai ministri della Salute e delle Politiche agricole di un blocco cautelativo delle importazioni di cavalli vivi o di carne di cavallo macellata dall'estero, perlomeno da quei Paesi che non sono in grado di fornire garanzie sulla qualità della filiera produttiva. E tra pochi giorni, già in occasione della prima seduta del nuovo Parlamento, un disegno di legge per chiedere la trasformazione di tutti gli equidi - quindi non solo cavalli, ma anche asini, muli e bardotti - come animali da compagnia e vietarne quindi la macellazione, il consumo a fini alimentari e l'utilizzo in spettacoli o manifestazioni che comportino pericoli per la loro salute. Mentre ancora non si spengono gli echi delle polemiche per la presenza di carne equina rinvenuta, anche in Italia, in prodotti semilavorati dove non avrebbe dovuto essercene traccia, i gruppi animalisti italiani riuniti nella Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente (Fiadaa) hanno deciso di dichiarare guerra alla mancanza di normative chiare che permettano di tutelare gli animali e i consumatori. E alla cultura dominante che considera il cavallo quasi esclusivamente come oggetto di sfruttamento, sia esso nei banconi di una macelleria o nelle scuderie dell'ippica professionistica, senza contare circhi, palii e servizi innaturali di trasporto, come il traino delle botticelle per turisti.
"BATTAGLIA DI CIVILTA" «È giunto il tempo per una battaglia di civiltà senza colori politici e senza pregiudizi ideologici» commenta Michela Vittoria Brambilla, presidente della Federazione e deputato del Pdl, che ha firmato il progetto di legge che potrebbe essere il numero 1 della nuova legislatura. L'Italia detiene un primato vergognoso e incivile. Può decidere di continuare a detenerlo, ma ci sia almeno la consapevolezza di cosa c'è dietro. Il primato è quello che vede il nostro Paese al primo posto nell'importazione di carne di cavallo a livello europeo: ben il 61% di quella prodotta o commercializzata nel vecchio continente finisce nel territorio italiano, soprattutto nelle regioni del Sud dove il consumo è particolarmente elevato. E quello che c'è dietro è il business delle macellazioni di cavalli che avviene in maniera poco trasparente e con gravi ripercussioni sia per gli animali sia per l'uomo.